Il Padiglione della Repubblica di Cuba alla Biennale Arte 2022 prende il suo nome da un termine latino usato nella cartografia per riferirsi a regioni che devono ancora esse- re esplorate, mappate o documentate.
Terra ignota indica infatti i territori sconosciuti ancora in attesa di essere scoperti.
Si suppone che l’espressione sia apparsa per la prima volta nella geografia tolemaica” del 150 d.C. circa.
Questo termine era molto utilizzato durante l’Età̀ delle Scoperte per descrivere l’esistenza di aree sconosciute o inesplorate sulle mappe.
Tuttavia Terra ignota come pure Mare incognitum, sono entrambe espressioni che, significando “terra sconosciuta” e “mare sconosciuto”, rappresentano sia i limiti della nostra conoscenza che il nostro obiettivo di espanderli.
Nel corso del XIX secolo, anche prima dell’avvento della fotografia aerea e delle immagini satellitari, la Terra ignota è scomparsa dalle carte geografiche, sebbene i fondali oceanici rimangano in gran parte non ancora mappati.
Il termine è diventato ormai una metafora dell’”ignoto”.
Tuttavia, ora che abbiamo iniziato a mappare altre superfici del sistema solare, questa espressione è stata riutilizzata per descrivere le aree non identificate di lune e pianeti. Che cosa hanno in comune tutte le forme di vita sul nostro pianeta?
L’acqua, siamo tutti fatti d’acqua, le maree che salgono e scendono collegano tutti gli esseri viventi all’universo in una danza coreografica.
Gli artisti chiamati a realizzare l’intervento nel Padiglione proiettano le riflessioni al futuro nelle Proposte per un nuovo mondo con l’invito ad ambire a ogni possibile integrazione e connessione tra gli esseri umani e la natura, per garantire la sopravvivenza di tutte le forme di vita e scoprire un Mondo nuovo.