Inconfondibili le opere di Arnaldo Pomodoro, nei musei e nelle piazze, sembrano invitare lo spettatore ad entrare in una nuova dimensione tra reale e mentale, memoriale e immaginifica.
ARNALDO POMODORO. Il Grande Teatro delle Civiltà – Mostra Roma
ROMA – Palazzo della Civiltà Italiana EUR – Quadrato della Concordia, 3
Dal 12/05 al 1/10/2023
Il Palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come Palazzo della Civiltà del Lavoro, è uno dei simboli dell’EUR, ed è considerato l’icona architettonica del Novecento romano e modello esemplare della monumentalità del quartiere.
Progettato nel 1937 in vista dell’Esposizione Universale di Roma del 1942, la sua costruzione ebbe inizio nel 1938 nel centro del Quadrato della Concordia, nell’ambito del grande intervento urbanistico che portò all’edificazione del quartiere EUR.
I lavori si interruppero nel 1943, a causa della Seconda Guerra Mondiale, per poi essere ultimati nel dopoguerra.
Dal 12 maggio il Palazzo della Civiltà Italiana ospita la mostra Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà, a cura di Lorenzo Respi e Andrea Viliani, grande evento espositivo dedicato ad Arnaldo Pomodoro (1926), uno dei più grandi scultori italiani viventi, programmato in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro in partnership con FENDI, che mette a disposizione della mostra il suo spazio all’interno del Palazzo.
La mostra presenta una selezione di opere dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi che, assieme a materiali documentari, propongono un sorta di grande “teatro” contemporaneamente reale e mentale, memoriale e immaginifico.
La volontà dei curatori è esplorare in particolare la relazione nella biografia dell’artista con le arti visive e le arti sceniche.
È qui infatti che emergono le tracce evanescenti di possibili “civiltà”, arcaiche, antiche, moderne, o anche solo fantastiche.
Inconfondibili le opere di Arnaldo Pomodoro sembrano invitare lo spettatore ad entrare in una nuova dimensione che porta ad una continua rifondazione delle nostre conoscenze, dei nostri immaginari, della nostra concezione del tempo e dello spazio, della storia e del mito, e della nostra relazione con le altre specie e la natura.
La mostra all’EUR propone quindi un viaggio ove perdersi tra realtà e utopia, segno e archetipo, materia e visione, tridimensionalità dell’opera e bidimensionalità del documento.