Armando Gioia persegue da decenni una riflessione silenziosa e a tratti schiva, attenta in ogni caso ai temi di attualità e ai linguaggi artistici contemporanei
L’Associazione TRAIeVOLTE di Roma ospita la mostra ARMANDO GIOIA. L’ombra e il suo rovescio, fino al 26 luglio
L’associazione culturale TRAleVOLTE favorisce il dialogo tra arte e architettura, nella convinzione che sia necessario e attuale ricreare un proficuo scambio dialettico, pur nell’autonomia disciplinare, tra artisti, architetti e altri operatori culturali.
Questo per superare la tendenza al solipsismo e al tecnicismo e per riportare al centro del dibattito culturale l’uomo e l’ambiente.
C’è anche la convinzione che l’arte e l’architettura possano contribuire alla costruzione della civiltà, a creare legame tra i gruppi e i popoli e così migliorare le relazioni umane.
Dal 7 giugno 2024 negli spazi dell’associazione in Piazza di Porta San Giovanni 10, l’associazione presenta la mostra L’ombra e il suo rovescio di Armando Gioia a cura di Giulia Del Papa.
Nato nel 1960 a L’Aquila, dove vive e lavora, Armando Gioia ha partecipato alla “Gran serata futurista 1909 – 1930” di Fabio Mauri nel giugno 1986 al Teatro Goldoni di Venezia; sempre con Fabio Mauri partecipa, nel marzo del 1987 presso lo studio Marconi a Milano, alla rassegna “L’immagine Arte Scienza Teoria” con la performance, su testo di Mauri, “Dio e la scena” L’esperienza dell’essere.
Da allora intensa è stata la sua attività espositiva, in collettive e mostre personali.
La mostra “L’ombra e il suo rovescio” presenta un corpus eterogeneo di opere, espressione della ricerca di un artista che persegue da decenni una riflessione silenziosa e a tratti schiva, attenta in ogni caso ai temi di attualità̀ e ai linguaggi artistici contemporanei.
Se ombra è assenza di luce è vero anche il contrario, o il suo rovescio.
Nel passato come oggi è la testimonianza di una presenza, una proiezione impalpabile che significa corporeità.
Una materia viva che nei contorni labili di una figura proiettata trova verità̀ oppure portato esistenziale insito negli oggetti.
È su questi temi, sullo scavare tra i ricordi e la poesia che Armando Gioia muove la propria ricerca.
In un caparbio, sincero e costante lavoro sulla materia dove il ferro, il fuoco, le plastiche e il legno concorrono insieme a creare opere che vivono tra la pittura e la costruzione materica.