La mostra nasce con l’obiettivo di indagare il rapporto critico tra abitare e costruire, partendo da alcuni edifici che sono emblematici di questa frattura
La Centrale Montemartini di Roma presenta la mostra fotografica Architetture inabitabili, fino al 5 maggio
La Centrale Montemartini è uno straordinario esempio di riconversione in sede museale di un edificio di archeologia industriale, il primo impianto pubblico di Roma per la produzione di energia elettrica.
L’edificio è una centrale termoelettrica del 1912, riconvertita in museo nel 1997.
Al suo interno espone sculture, mosaici e reperti archeologici di età romana appartenenti alle Collezioni dei Musei Capitolini.
Al piano terra si trova uno spazio riservato alle mostre temporanee.
Dal 24 gennaio lo spazio ospita la mostra Architetture inabitabili, nuovo punto di vista sull’architettura, teso a scoprirne una concezione diversa da quella comunemente legata alla funzionalità abitativa.
Un’esposizione, pertanto, che nasce con l’obiettivo di indagare il rapporto critico tra abitare e costruire, partendo da alcuni edifici che sono emblematici di questa frattura.
Sono queste le “architetture inabitabili” dalla forte carica simbolica, emblemi della città in cui sorgono.
La mostra ne individua alcuni esempi particolarmente significativi, distribuiti su tutto il territorio nazionale, reperendone testimonianza nei materiali dell’Archivio LUCE e altri archivi.
Alle fotografie storiche si aggiungono opere firmate da fotografi e artisti contemporanei come Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Mark Power, Sekiya Masaaki, Steve McCurry – oltre ad alcune immagini di Francesco Jodice e di Silvia Camporesi appositamente commissionate per la mostra.
In mostra pure alcune pagine che i più apprezzati scrittori italiani hanno composto per l’occasione.