Incontro virtuale di due artisti, diversi per formazione e provenienze, ma accomunati dalle tematiche sulla condizione umana al centro della loro ricerca
Fondazione Mudima di Milano ospita la mostra ALESSANDRO BERGONZONI – BILL VIOLA. Vite sospese, fino al 6 dicembre
La Fondazione Mudima di Milano è una fondazione per l’arte contemporanea.
Nasce all’inizio del 1989 con lo scopo di realizzare un programma articolato dedicato alle esperienze internazionali nel settore dell’arte visiva, della musica e della letteratura contemporanea.
La Fondazione persegue i suoi obiettivi attraverso l’organizzazione di mostre d’arte, performance, concerti, convegni, seminari, la cura e l’edizione di pubblicazioni specializzate ed ogni altra iniziativa idonea a perseguire l’oggetto sociale.
Dal 29 ottobre 2024 la Fondazione Mudima ospita nei propri spazi la mostra di Alessandro Bergonzoni e Bill Viola, due artisti che, seppure di formazione e provenienza diverse, si sono sempre occupati della condizione umana, dell’incertezza e del rischio che caratterizzano l’avventura dell’uomo nel cosmo.
Entrambi hanno avvertito l’angoscia che immancabilmente sale dalle profondità̀ dell’essere e le hanno dato voce e immaginazione.
L’uomo è una creatura che nasce debole, fragile, nuda, priva di difese naturali e bisognosa, più di qualsiasi essere, dell’aiuto dell’altro da sé.
Neppure l’istinto gli viene in soccorso, non avendo l’uomo la sicura determinazione degli animali, dal momento che l’intelligenza parrebbe fatta apposta per confonderlo nel dubitare incerto.
La mostra si svolge in tre momenti e spazi differenti.
Le installazioni di Alessandro Bergonzoni (Bologna 1958, attore, autore e artista dal 2005) occupano i primi due piani ed è solo alla fine che Bill e Alessandro si incontrano idealmente, ma volutamente, in quella destinazione metaforica e metafisica che è soglia tra invisibile inviso e visibile.
Il percorso si apre con l’installazione di Bergonzoni dal titolo Attenzione! Incarichi sospesi che è un avviso a tutti i “naviganti” sulla terra, come a dire: “Occhio, guardatevi dall’alto!”.
Qualcosa pende sulle nostre anime, incombe non solo sulla testa di tutti, vicini o lontani: accorgersene racconta come non si è curato il tetto del mondo, per salvarsi e salvare, proteggere e proteggersi, lì sul nascere, prima di smettere di farlo.
Da questo apparente altrove, proibito ai più, si passa a un altro piano, il primo in tanti sensi, quando ci si trova a varcare un limite dell’immaginario.
L’installazione dal titolo La culla dell’inciviltà crea d’impatto un moto surreale e paradossale che porta il visitatore davanti al video The Reflecting Pool di Bill Viola (New York 1951 – Long Beach California 2024) pioniere della Videoarte considerato uno dei più grandi nomi dell’arte contemporanea del dopoguerra a livello globale.
L’opera descrive la morte e la rinascita dell’individuo nel mondo naturale, un battesimo in un mondo di immagini virtuali e percezioni indirette.
Un uomo emerge dalla foresta e si trova davanti a uno specchio d’acqua.
Si tuffa e il tempo si ferma improvvisamente. Il tempo diventa esteso e scandito da una serie di eventi visti solo come riflessi nell’acqua.
Nella sua produzione artistica l’acqua è un elemento centrale e ricorrente in quanto simbolo della vita e dello scorrere del tempo.
L’acqua, oltre a rappresentare la soglia tra visibile e invisibile, è la fonte e l’origine di tutte le esistenze possibili, da cui provengono e a cui ritornano tutte le forme viventi”.
Le tematiche di vita, morte e rinascita, del salvare, avere e dare cura, senza vendette antropologiche né crudeltà̀ collaterali, in nome della ragione o del torto, sono sempre state alla base dell’opera dei due artisti.