Ha fotografato per soli 10 anni, Alfredo Camisa, lasciando tuttavia un segno significativo nella storia della fotografia in Italia
Palazzo Bisaccioni di Jesi ospita la mostra fotografica ALFREDO CAMISA. Un decennio da ‘amatore impegnato’ nella fotografia italiana
La mostra è organizzata dalla Fondazione di origine bancaria Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.
Da oltre 25 anni la Fondazione è impegnata nel sostegno e la promozione di progetti di utilità sociale legati ad arte e cultura e agisce in base al principio di sussidiarietà, che prevede non di sostituirsi, ma di affiancare le organizzazioni della società civile che operano per il bene pubblico.
Nella sede di Palazzo Bisaccioni oltre all’area museale ove sono esposte in modo permanente le opere d’arte della collezione della Fondazione, uno spazio è destinato a mostre temporanee attente in particolare alla contemporaneità.
Fino a domenica 10 novembre 2024 la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, nelle sale di Palazzo Bisaccioni, offre al pubblico la mostra dedicata al fotografo bolognese Alfredo Camisa, figura emblematica nel panorama artistico del dopoguerra.
Emiliano d’origine Alfredo Camisa (1927-2007) arrivò nelle Marche grazie alla collaborazione con il Gruppo Misa, fondato da Giuseppe Cavalli, dove strinse amicizia con Piergiorgio Branzi, Mario Giacomelli e Ferruccio Ferroni, contribuendo alla costituzione dell’archivio storico del Gruppo.
Si avvicinò alla fotografia perché affascinato dall’arte, iniziò seguendo la moda del tempo e, deluso dalla monotonia del genere, sentì l’esigenza di superare le ovattate nature morte mostrando già un forte spirito d’avanguardia.
Camisa indagò l’uomo negli aspetti più intimi, più umili e umani, evitando ogni pietismo.
La sua fotografia fu impegno sociale diluito dall’ironia, i suoi contrasti sono il risultato di un’attenta ricerca formale in cui tutte le componenti sono misurate con precisione da chimico, quale era.
La carriera da fotografo fu però solo una parentesi; fotografò, infatti, per circa un decennio, poi smise, amareggiato dalle limitazioni del professionismo.
Così nel 1961 abbandonò la pratica, lasciando un breve, ma indelebile segno nella storia della fotografia italiana.
La mostra, curata da Marta Camisa, Direttrice dell’Archivio Fotografico Alfredo Camisa, si compone di trentasei fotografie provenienti dalla collezione del Museo Comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia.
Gli scatti vengono presentati in modo da invitare il visitatore quasi in un viaggio, lungo il percorso della mostra.
Passeggiando per la sala ogni visitatore si immerge dapprima nelle Bancarelle di Milano, passando per le Impressioni del Sud quindi, dopo una breve sosta tra Ritratti e dietro le quinte del Piccolo Teatro, continua oltre confine, visitando gli U.S.A. e la Libia.