Avevo deciso di volgere lo sguardo al cielo a “contar le stelle”.
Diogene col gatto
A dir il vero volevo andare alla ricerca della “mia stella”.
Indossai la mia pashmina preferita, per coprirmi dal freddo e sentirmi più felice con l’aforisma con cui è decorata.
Dovevo aspettare che si presentasse una notte limpida, senza luna, una notte che permettesse allo sguardo di attraversare l’atmosfera per vagare poi negli spazi siderali senza ostacoli.
Ero costretto a rinviare la mia esplorazione per un qualche motivo.
Ad esempio, una sera le nubi coprivano il cielo, una altra il vento forte muoveva tutto impedendo all’occhio di fissare un punto lontano senza disturbo.
Pensavo a Diogene col gatto.
In entrambi i casi, mi era impossibile trovare ciò che stavo cercando.
Arrivò finalmente la sera giusta, per la semplice ragione che, nessuna nube si presentava all’orizzonte, così che, il cielo terso, scuro e senza luna, rappresentò il momento perfetto.
Decisi, allora, di entrare in casa, prelevare tutto l’occorrente per la postazione di osservazione, il treppiede e gli elementi del telescopio montati con cura e precisione.
Controllai la stabilità, dato che, non deve assolutamente muoversi.
Un micro-millesimo di spostamento od oscillazione mi avrebbe portato fuori migliaia di chilometri rispetto al punto osservato.
In quelle circostanze, tutto era a posto.
Cominciai a scrutare con gli occhi il cielo alla ricerca della “mia” stella.
Ma, forse, il vero problema non era l’eventuale oscillazione del telescopio, tuttavia, il fatto che non sapevo neanch’io da che parte cercare la “mia” stella.
D’altra parte, chi mi garantiva che quella, e non una delle altre presenti nel cielo, fosse la “mia”?
Ma ancora più importante, se avessi sbagliato, cosa avrebbe pensato di me la “mia” stella?
Per questa ragione, decisi che dovevo impegnarmi al massimo misi a fuoco un puntino lontano che mi sembrava più luminoso.
E se quel puntino, in modo analogo, fosse stata la stella del mio amico Luigi che dal decimo piano poteva osservare il cielo molto meglio di me?
Ad ogni modo, con tutte le stelle che ci sono in cielo, avremmo dovuto proprio pestarci i piedi io e l’amico Luigi per la “nostra stella”?
Lo chiamai ma non rispose.
Riprovai, e questa volta mi rispose.
– Pronto
La voce era bassissima, lontana, quasi in sordina.
– Ciao Luigi, ma sei nella Luna?
Chiesi io alzando la voce per farmi sentire.
– Parla piano, mi disturbi le stelle.
– Ma dove sei?
– Nella mia terrazza, ho appena finito di montare il telescopio e stavo puntando la “mia” stella, me l’hai fatta perdere.
– Scusami, non volevo
– Ma perché mi hai chiamato?
-Nulla, siccome anch’io ho appena montato il mio telescopio e sto cercando la “mia stella”, volevo accertarmi con te che stiamo cercando stelle diverse. Non vorrei che, essendo noi così vicini non capiti che prendiamo per “nostra” la medesima stella.
– Hai fatto bene a dirmelo così orientiamo diversamente i nostri strumenti, io guardo la parte di cielo a nord, tu ti orienti a sud.
– Ma se poi tu viri verso nord est e io verso sud est, non c’è il rischio che ci troviamo allo stesso punto?
– Vorrà dire che io mi muoverò da nord ad est e tu da sud a ovest, così certamente non possiamo incontrarci
-Bene ciao buona ricerca.
Staccai il cellulare e soddisfatto ritornai con l’occhio al mio telescopio.
A quel punto mi sentivo tranquillo.
La “mia” stella sarebbe stata solo “mia”.
A quel punto dovevo pensare al nome da attribuirle.
Mi accorsi di quanto fosse complicato scegliere un nome.
Infatti, avrebbe dovuto avere una grande forza evocativa, doveva trasmettere un messaggio.
Per non parlare del fatto che avrebbe dovuto contenere parte di me e mostrare il mio lavoro di ricerca.
A dire la verità, il mio sogno era di vivere tra cose belle ove gusto e creatività fossero “stellari”.
Molto più, sarebbe servito un logo che la rappresentasse.
Mi decisi, fissai il telescopio a Nord ovest, inquadrai il primo puntino luminoso e decisi di ingrandirlo.
Era un concentrato di luce bellissimo, con quei raggi che partivano dal centro.
Era bella, in particolare, luminosa.
Ancora di più, mi guardava provocante quasi a dirmi:
- Ma quanto tempo hai impiegato per venirmi a trovare, son qui che aspetto da milioni d’anni, sono la “tua” stella.
L’avevo trovata! Che emozione: la “mia” stella.
Dovevo pensare subito al logo.
Lasciai il pensiero volare libero alla ricerca e mi venne in mente un filosofo greco, Diogene. Attivai i miei ricordi scolastici: chi era costui?
Diogene usciva in pieno giorno nella sua città con una lanterna in mano.
La gente del suo tempo, pensandolo pazzo, gli chiedeva – “ma cosa fai? a che ti serve la lanterna con la luce piena del giorno?” – E lui rispondeva – “cerco l’uomo”.
Ricordo che mi rimase impressa l’immagine della lanterna e quel suo rappresentare il desiderio di cercare qualcosa con accuratezza, con impegno e dedizione.
Accendere una fiammella è un modo simbolico di offrire luce all’oscurità che ci circonda.
In tal modo, si mette in moto una luce interiore, una saggezza luminosa che può guidare ciascuno di noi a ricercare il meglio che il mondo ci può offrire.
A quel punto decisi di farmi aiutare da internet, e iniziai la mia navigazione virtuale.
A un certo punto, quasi per caso, mi imbattei in un logo che rispondeva esattamente alle mie aspettative: il logo di Trehyus.com.
In quel logo a sorreggere la lanterna non è una figura umana, bensì un bel gatto stilizzato.
Il gatto è un essere elegante, sinuoso, sensuale, ma anche misterioso.
Per di più è un animale abile e astuto, intuitivo, magico domestico ma dai tratti selvatici, quasi simbolo del legame che intercorre tra mondo umano e mondo spirituale.
Faceva proprio al caso mio.
Con il logo trovai anche il nome: TREHYUS, appunto.
Ci aggiunsi i miei dati di nascita, 09 febbraio 2016.
La “mia” stella si doveva chiamare Trehyus 09022016.
Così feci.
Chiesi a Trehyus di concedermi il loro logo per la “mia stella”.
La risposta fu sì.
Scoprii, poi, che l’azienda Trehyus produce oggetti caratterizzati da decorazioni con aforismi.
Producono oggetti motivazionali.
Diogene col gatto
Molti dei loro aforismi parlano di stelle.
Uno in particolare mi ha colpito:
“Quando il buio si avvicina, ricopri la tua casa di stelle” (©Trehyus.com)
È quello che faccio ogni notte prima di andare a dormire ed è il consiglio che vorrei dare anche a voi, amici cari.