Celebrazioni del 450mo anniversario della morte di Giorgio Vasari aretino Mostra #6
L’ Archivio di Stato di Arezzo ospita la mostra Costruire un’immagine di sé: Giorgio Vasari attraverso le sue carte
In occasione dei 450 anni dalla morte Arezzo, sua città d’origine, ha avviato un percorso tra esposizioni e itinerari, mostre, opere monumentali e documenti rari, valorizzati in nuovi allestimenti tematici, per comporre il quadro della vita e dell’attività artistica di Giorgio Vasari Arezzo 1511 – Firenze 1574).
L’archivio di Stato di Arezzo, depositario di tante carte e documenti sulla storia di Arezzo e dei suoi cittadini illustri, partecipa alle celebrazioni con la mostra Costruire un’immagine di sé. Giorgio Vasari attraverso le sue carte in cui mette a disposizione gli spazi della sua sede a Palazzo Albergotti dal 27 settembre 2024.
Costruire un’immagine di sé: Giorgio Vasari attraverso le sue carte sarà una mostra documentaria che, col prezioso sussidio del patrimonio archivistico vasariano, espone le carte relative alla famiglia dell’artista, e alla corrispondenza col granduca Cosimo I, entrambe accomunate dalla volontà̀ di Vasari di condizionare la memoria che i contemporanei prima e i posteri poi avrebbero avuto della sua figura e del suo lavoro.
L’Archivio della famiglia Vasari comincia a formarsi a partire dalla metà del XV secolo, periodo in cui gli antenati di Giorgio, denominati allora de’ Taldi, si trasferirono da Cortona ad Arezzo.
Costituito per la maggior parte da documentazione contabile e amministrativa riguardante la gestione del patrimonio familiare (registri di contratti, libri di ricordi, cause, libri di entrata e uscita, di debitori e creditori, ecc.) e da carteggi concernenti vari membri della famiglia, esso ne accompagna il ciclo vitale interrompendosi alla fine del XVII secolo, con l’estinzione della linea maschile della discendenza Vasari.
Naturalmente la parte più importante dell’Archivio è rappresentata dal nucleo di documenti relativi a Giorgio Vasari.
Si tratta in tutto di 10 unità archivistiche, di cui 8 contenenti le lettere inviate a Vasari dai suoi corrispondenti, a cui si aggiungono il Libro delle Ricordanze e lo Zibaldone (o Libro delle Inventioni).
Tra i corrispondenti di Vasari vi sono alcuni degli intellettuali e degli artisti più prestigiosi della sua epoca con i quali egli collaborò e si legò di amicizia (come Paolo Giovio, Annibal Caro, Vincenzio Borghini, Pierfrancesco Giambullari, Cosimo Bartoli e Michelangelo Buonarroti), ma anche i suoi principali committenti, come il Papa Pio V e, soprattutto, Cosimo I e Francesco de’ Medici, al servizio dei quali Vasari lavorò dal 1555 alla morte.
Nell’ultimo decennio della sua vita Vasari aveva ordinato il suo archivio personale per farlo diventare una “macchina della memoria” per accreditare l’immagine di sé da tramandare ai posteri.
La mostra, curata da Ilaria Marcelli, vuol dar conto di questo lavoro di Vasari sulla sua immagine.