Strategie per Aumentare i Ricavi dei Musei Pubblici Italiani
Aumentare i ricavi dei musei pubblici italiani è possibile. È necessario valorizzare il patrimonio culturale museale
E’ possibile aumentare i ricavi dei Musei Pubblici italiani?
Cosa dovrebbero fare le amministrazioni pubbliche per raggiungere questo scopo?
Una risposta potrebbe venire dallo studio, Musei pubblici, un patrimonio strategico per il sistema Italia”, presentato al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi a Roma. Documento esposto in occasione della prima edizione del “Forum Cultura Italia” organizzato il 19 luglio 2023 da The European House – Ambrosetti, gruppo di esperti leader nella consulenza alle imprese e nella formazione manageriale.
Quello studio ha affrontato il tema del ruolo strategico dei Musei pubblici per il sistema-Italia.
Ne ha valutato il valore economico prospettico e mettendo in evidenza gli ambiti di sotto-valorizzazione che richiedono un intervento strategico.
Secondo quello studio se i musei pubblici introducessero strumenti e logiche 4.0, digitalizzando l’esperienza di visita, ottimizzando le tariffe e ampliando l’offerta di servizi disponibili, i ricavi aumenterebbero fra il 44% e il 66%.
Si tratta di valori elevati che considerano le potenzialità di un patrimonio culturale museale che non ha eguali nel mondo.
L’intero sistema dei musei pubblici italiani nel 2019, l’anno record prima del calo registrato durante la pandemia, ha generato 242,4 milioni di euro di ricavi da ingressi.
Questo valore equivale alla somma dei ricavi di appena 5 dei musei e monumenti più visitati d’Europa. Questi sono: Musée du Louvre, Tour Eiffel e Musee d’Orsay in Francia e Museo Nacional del Prado e Museo Reina Sofia in Spagna.
Obiettivamente poco se consideriamo il grande numero di Musei e Monumenti che vanta l’Italia. In questo caso, se si migliorasse l’organizzazione complessiva, anche senza arrivare ai livelli di quei cinque Musei europei citati, il risultato di crescita indicato nello studio presentato al Forum Cultura Italia non sarebbe solo utopia.
Per rafforzare la competitività dei musei pubblici, valorizzare il patrimonio culturale e sostenerne lo sviluppo, serve ridare centralità al visitatore e investire nell’ampliamento dell’offerta dei servizi museali e culturali. Tutto ciò integrando prodotti aggiuntivi e il canale digitale nell’esperienza di visita del museo.
Monitorando inoltre nel tempo il livello di gradimento del visitatore, introducendo nuove logiche di gestione e metodi di comunicazione e marketing digitali, nuove competenze e prezzi dinamici.
C’è un grande potenziale di crescita che emerge dallo studio: il 37% degli enti statali e il 45% di quelli pubblici non statali sono ad ingresso completamente gratuito (media del 44%). Il 51% dei visitatori negli enti statali e pubblici non statali è a titolo gratuito, con valori particolarmente elevati negli enti statali (58%).
Il patrimonio culturale in Italia è distribuito sul territorio, ma le performance di attrazione sono molto differenziate.
La grande maggioranza dei ricavi si concentra in sole tre regioni (Lazio con 87,3 milioni di euro, Campania con 60,2 milioni e Toscana con 55,2 milioni). Le regioni nelle quali invece si registra una maggiore incidenza di visitatori stranieri sono: Toscana (54% del totale regionale), Veneto (52%) e Lazio (50%).
Lo studio di The European House – Ambrosetti individua cinque linee d’azione per rafforzare la competitività del sistema museale italiano e sostenerne lo sviluppo.
Si hanno quindi:
- offrire un numero minimo di servizi aggiuntivi (bookshop, servizi di caffetteria/ristorazione, servizi di visita interattivi, aule didattiche, iniziative educative per bambini);
- adeguare il layout dei musei e dei luoghi della cultura allo scopo di visita, sia in termini di infrastrutture fisiche, come aree di svago, intrattenimento e relax, sia digitali;
- chiedere ai visitatori di esprimere un giudizio sull’esperienza della scoperta del museo e su quello che vi gravita intorno. Introducendo quindi su scala nazionale un sistema di monitoraggio e valutazione della soddisfazione, basato su criteri omogenei e indicatori quantitativi per alimentare un database centralizzato accessibile agli enti della P.A. e valutare le performance dei concessionari;
- ridurre il numero di interlocutori per semplificare i rapporti fra i soggetti privati e le Amministrazioni locali per la gestione degli enti museali e culturali;
- prevedere gare che permettano di superare la parcellizzazione su base regionale e introdurre nuove forme di contratti per la gestione dei servizi accessori dei musei pubblici statali. Misure che consentano una migliore capacità di programmazione e una maggiore flessibilità agli operatori privati.
Valorizzare il patrimonio culturale museale. Un impegno per Ministero della Cultura e Amministrazioni Pubbliche titolari di Musei civici e territoriali.