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ToggleScopri il fascino delle dogaresse veneziane: mostra imperdibile a Palazzo Vescovile di Portogruaro
Mostra Dogaressa Venezia a Palazzo Vescovile di Portogruaro. La storia e il mito della femminilità veneziana dal Medioevo al Novecento
In seguito al successo della mostra “L’Italia di Magnum. Da Robert Capa a Paolo Pellegrin”, conclusasi nel febbraio passato, Palazzo Vescovile di Portogruaro si appresta ad accogliere un nuovo ed importante evento espositivo: “La dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento”. La mostra sarà aperta al pubblico dal 16 dicembre 2023 fino al 19 maggio 2024.
Collaborazione tra il Distretto Turistico Venezia Orientale e Fondazione Musei Civici Venezia
Il Distretto Turistico Venezia Orientale, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici Venezia – MUVE, il Comune di Portogruaro e lo stesso Distretto, è l’ente promotore e organizzatore dell’evento, nell’ambito di un Protocollo Operativo siglato nel giugno 2021. L’obiettivo è realizzare progetti culturali di ampio respiro e di qualità scientifica comprovata, per valorizzare il legame storico e culturale tra la grande Venezia e la piccola Venezia sulle rive del fiume Lemene. L’esposizione beneficia anche del sostegno della Regione del Veneto, secondo la legge sulla valorizzazione dell’identità veneta.
Curatela della mostra e contributi locali
La mostra, coordinata da Chiara Squarcina Dirigente Attività Museali della Fondazione MUVE coadiuvata da Pietroluigi Genovesi, è curata, per MUVE, da Daniele D’Anza e Luigi Zanini e per il Distretto Turistico Venezia Orientale da Pierpaola Mayer responsabile anche della direzione tecnica.
É stata resa possibile grazie al contributo attivo del Comune di Portogruaro, di Banca Prealpi San Biagio e di numerose aziende locali. Al progetto culturale partecipa anche il partenariato tecnico con Italo S.p.A.
La Dogaressa: una finestra sulla Venezianità femminile
La mostra “La dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento” offre un percorso espositivo unico e originale che illumina per la prima volta la figura della dogaressa, la moglie del doge veneziano, mettendo in evidenza il suo ruolo e la sua importanza durante il periodo della Serenissima, una sorta di First Lady ante litteram.
Esplorazione della femminilità veneziana attraverso la storia
L’esposizione permette di esplorare la femminilità veneziana attraverso un’antologia di episodi significativi tratti dalla vita di alcune delle più famose dogaresse, spesso importatrici di tendenze straniere, promotrici di progetti imprenditoriali e di molte altre iniziative innovative e visionarie pervenute fino a noi.
Sezioni tematiche dell’esposizione a Palazzo Vescovile
L’esposizione a Palazzo Vescovile è suddivisa in cinque sezioni, ciascuna dedicata ad una sala.
Opulenza bizantina e morigeratezza veneziana
La prima sezione “Opulenza bizantina e morigeratezza veneziana” racconta come l’ultima dogaressa straniera, la greca Teodora, moglie del doge Domenico Selvo (1071–1084), portò a Venezia l’arte della profumeria. Questo mestiere ebbe una crescita straordinaria nei secoli successivi, culminando nel Rinascimento quando Venezia divenne la capitale del profumo. In mostra ci saranno porta profumo veneziani in vetro di Murano del XVII e XVIII sec e una selezione di materie prime usate nella profumeria per un’esperienza sensoriale olfattiva e tattile. Inoltre, verranno esplorati i cambiamenti negli abiti delle dogaresse attraverso i secoli, a partire dal vestito modesto indossato dalla dogaressa Felicita Malipiero nel dipinto di Bellini.
Patrocini virtuosi e nobile erudizione
La seconda sezione, “Patrocini virtuosi e nobile erudizione”, mette in luce il ruolo influente e positivo delle dogaresse nel sostenere e promuovere l’artigianato locale. Giovanna Dandolo, dogaressa e moglie di Pasquale Malipiero (1457-1462), è ricordata come patronessa della stampa e dei merletti. Grazie a lei, Burano divenne il primo centro mondiale per la produzione di merletti. Creò un gruppo di giovani donne locali e le insegnò l’arte del merletto, fornendo un sostentamento a molte persone, in particolare alle donne di Burano.
La cerimonia d’incoronazione della dogaressa
La terza sezione, “La cerimonia d’incoronazione della dogaressa”, presenta dipinti e stampe che testimoniano questa pratica unica. Marchesina, moglie di Lorenzo Tiepolo (1268-1275), è famosa per essere stata la prima dogaressa a fare un ingresso ufficiale nel Palazzo Ducale insieme al doge, in una processione guidata dalle corporazioni delle arti e dei mestieri. Quarant’anni dopo il trionfo di Zilia Dandolo Priuli, ebbe luogo a Venezia un’altra incoronazione famosa e ancora più sontuosa, quella di Morosina Morosini, moglie del doge Marino Grimani (1595-1606). Alla sua morte, la Rosa d’oro che le fu donata venne assegnata al Tesoro della Basilica di San Marco.
Miti e rivisitazioni del mondo dogale
La quarta sezione, “Miti e rivisitazioni del mondo dogale”, mette in risalto il dipinto di Francesco Hayez, I due Foscari, gentilmente concesso dalla Galleria degli Uffizi. Quest’opera illustra la sofferenza di Marina Nani, seconda moglie del doge Francesco Foscari (1423-1457), quando suo figlio Jacopo fu imprigionato per aver accettato doni e denaro da nobili e persino dal duca di Milano. Poiché era figlio del doge, a lui era proibito fare ciò, configurando quindi il crimine di peculato. Nonostante le suppliche di Marina, la ragione di stato prevalse. Lord Byron dedicò a questa vicenda il dramma I due Foscari, che fu poi messo in scena da Giuseppe Verdi nel 1944.
Le dogaresse del XX secolo
L’ultima sezione, “Le dogaresse del XX secolo”, è dedicata all’Ultima Dogaressa, un titolo riservato alle donne che si distinsero per il loro sostegno alle arti e che contribuirono a dare lustro a Venezia in un periodo in cui la Serenissima Repubblica era già decaduta. Questo titolo fu assegnato a Peggy Guggenheim, e prima di lei alla contessa Anna Morosini (di cui è esposto il ritratto di Lino Selvatico, conservato al Museo Fortuny di Venezia), amica di Rilke, d’Annunzio, Maeterlinck e Shaw, del Principe von Bulow e dello Scià di Persia, così come di monarchi di tutta Europa. Era una donna con una personalità affascinante e complessa. A queste si aggiungono alcuni Focus del Territorio dedicati ad altre donne, da Isabella da Passano signora della Frattina (1542-1601) a Lucia Memmo (1770-1854) a Marta Marzotto (1931-2016).
Dinamicità e interattività dell’esposizione
L’esposizione, concepita in modo dinamico e interattivo, include importanti opere pittoriche della scuola veneta, tra cui il ritratto del Doge Alvise I Mocenigo di Jacopo Tintoretto, proveniente dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, oltre a disegni, incisioni, vetri, tessuti, merletti e altri manufatti della cultura materiale veneta, provenienti dalle collezioni civiche veneziane.
Comprensione della femminilità veneziana attraverso “La dogaressa tra storia e mito”
“La dogaressa tra storia e mito” offre quindi ai visitatori l’opportunità di comprendere quel particolare modo di sentire e di esprimersi che solo una città come Venezia ha permesso alle donne nei secoli, dando loro la possibilità di dimostrare la propria intelligenza, lungimiranza e generosità.