Il belga Jan Vercruysse, uno degli artisti visivi più influenti degli ultimi trent’anni
JAN VERCRUYSSE – Mostra Torino
TORRE PELLICE (TO) – Tucci Russo Via Stamperia, 9
Dal 21/05 al 24/09/2023
Fondata nel 1975 a Torino, la Galleria Tucci Russo ha sin da allora rappresentato numerosi artisti appartenenti al gruppo dell’Arte Povera e ad una situazione internazionale della medesima generazione.
La Galleria Tucci Russo ha due sedi: a Torre Pellice, una cittadina vicino Torino dove occupa circa 1.200 m2 di spazio espositivo in un’affascinante ex manifattura tessile, e nella zona centrale di Torino in un palazzo storico della città.
Fino al 24 settembre la sede di Torre Pellice ospita una mostra personale di JAN VERCRUYSSE.
Jan Vercruysse (Ostende, Belgio, 1948 – Bruxelles, Belgio, 2018) si forma dapprima in legge per poi virare verso la poesia e successivamente le arti visuali.
A metà degli anni Settanta, infatti, la poesia si è gradualmente evoluta in arte visiva attraverso una serie di opere che utilizzano il libro, il catalogo della mostra o qualsiasi elemento tipografico, come mezzo d’arte.
Sono gli anni ’80 e ’90 a segnare la consacrazione prima nazionale e poi internazionale dell’artista.
Consacrazione che paradossalmente passa proprio dall’Italia, prima con una personale al Castello di Rivoli nel 1992 e poi, l’anno successivo, con la partecipazione alla Biennale di Venezia all’interno del Padiglione del Belgio.
Vercruysse utilizza superfici specchianti, vetri opachi, legni lucidati, ma anche disegni, fotografie per dar vita a sculture composte da oggetti che hanno una storia, resi eterni in una nuova struttura compositiva.
L’esposizione a Torre Pellice raccoglie opere dal 1981 al 2013 presentate nell’ampio spazio della galleria e suddivise in quattro sale.
Caratteristico del procedere artistico di Vercruysse è di creare opere per serie.
Ogni serie rimanda alla successiva e a quella successiva ancora, fino a giungere ad una narrazione totale che rappresenta il suo pensiero e le sue riflessioni.
Tra il 1977 e il 1984 Vercruysse utilizza la fotografia come mezzo espressivo nella forma dell’autoritratto.
L’artista stesso gioca un ruolo centrale in questa serie di opere, spesso rappresentato come figura piuttosto che come persona identificabile.
In ogni sala viene presentata un’opera fotografica sia della serie degli autoritratti che di quelle successive realizzate dall’artista con lo stesso mezzo.
Queste opere sono come un sottile filo d’Arianna che ci accompagna nella visita.
I temi fondamentali del fare artistico di Vercruysse sono una riflessione continua sull’essere artista, sull’arte in senso ampio, sull’arte che si materializza come luogo e non-luogo nel quale completa se stessa, sul senso del tempo, la memoria e l’esistenza.
A questi temi si aggiunge una riflessione sul concetto di luogo dell’Arte, dell’assenza e dell’attesa.
Gli oggetti – le cornici non chiuse nel loro perimetro, la sedia vuota – diventano il luogo chiuso in se stesso ma aperto alla nostra memoria o immaginazione, come nell’opera esposta Petite Suite (1986/2003).
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