Per Marta Ravasi la pittura è un modo diretto di esporsi, un mezzo che annienta i confini tra lei e l’esterno, come se si trattasse di un prolungamento naturale del suo pensiero
MARTA RAVASI. Bucce – Mostra Napoli
NAPOLI – ACAPPELLA Vico Santa Maria a Cappella Vecchia 8/A
Dal 09/06 al 15/09/202
Dal 9 giugno 2023 la galleria ACAPPELLA di Napoli presenta la mostra Bucce dell’artista lombarda Marta Ravasi.
Il titolo fa riferimento sia alle bucce della frutta, uno dei soggetti ricorrenti dell’artista, ma anche alle superfici lavorate dei suoi dipinti, a volte più spesse, punteggiate e a volte lisce e sottili.
Nata a Merate (Lecco) nel 1987 Marta Ravasi ha un percorso di studio internazionale che parte dall’Accademia di Belle Arti di Brera, passa per la Hogeschool Sint Lukas di Bruxelles e si perfeziona al MA Fine Arts, University of the Arts e Wimbledon College of Arts di Londra.
La pittura di Marta Ravasi ha di forte il fatto di essere prima epidermica, poi viscerale.
Come il sesso – che ha sempre in sé un fatto di superficie, diremmo erogeno, e uno di profondità, psichico o mentale – così i suoi dipinti partecipano ad una sorta di salto di specie, di evoluzione, di rivelazione.
Dal piano dell’iride passano a quello della pancia e della mente.
Il substrato storico e accademico diventa la torba porosa in cui si infiltra come seme una pittura nuova, fresca, ancora non vista.
Il fiore non germoglia nelle immediate vicinanze, ma attraversa il terriccio, arriva al nucleo, spacca la crosta terrestre dall’altro lato e si erge conquistatore, bagnato da lacrime e viscosità che il travaglio ha recato.
In una intervista del 2021 alla domanda perché fai arte? l’artista ha risposto: L’arte dà forma narrativa ai miei movimenti interni e li presenta in un ordine che ho fino ad ora percepito come casuale e in forma di rivelazione.
In modo simile, fare arte mi permette di accendere dei piccoli fuochi, appiccare dei piccoli incendi; ha a che fare con la ricerca di un senso di incompiutezza e un desiderio di trasformazione, con un travasarmi in un contenitore sempre nuovo che non mi contenga mai abbastanza e che mi lasci strabordare, per questo motivo fare arte assomiglia a una perdita di controllo, a un disorientamento, ma è anche legato ad una forte sensazione di libertà.
Marta ricorre ad oggetti ed elementi che ritrova in fotografie recuperabili online, le stampa e le accumula in una scatola che tiene nel suo studio e che con qualche goccia di colore, con la traccia lasciata dalla mano sporca o più in generale con la lieve non curanza nel maneggiarle, magari si stropicciano anche un po’ e diventano bellissime.
Bucce è introdotta da un testo dell’artista Alessandro Carano.