A Lullaby. Le opere di Riccardo Bellelli e Luca Campestri in mostra fino al 21 luglio 2023
A Lullaby – Riccardo Bellelli – Luca Campestri – Galleria Più – Via del Porto 48 a/b – Bologna – 23 giugno – 21 luglio 2023
A LULLABY
RICCARDO BELLELLI | LUCA CAMPESTRI
Galleria Più di Bologna ha inaugurato il 22 giugno 2023 la mostra A LULLABY. RICCARDO BELLELLI | LUCA CAMPESTRI
Sospese nel tempo e nello spazio tra il familiare e il non familiare, le opere in mostra sono legate da una comune resistenza alla definizione.
Ci portano così sulla soglia tra lo stare e l’evadere dalla condizione di nostalgia, desolazione e de-mondificazione con cui dobbiamo fare i conti.
A LULLABY è un’atmosfera liminale, uno stato di sonnolenza cullato da un suono lontano che incoraggia contemporaneamente tenerezza e disorientamento.
Sulla scena si dispiega un paesaggio emozionale al limite tra il giorno e la notte, dove le immagini scattate dalle fototrappole di Luca Campestri e gli “strani” incontri di oggetti di Riccardo Bellelli, ibridi tra il fantastico e il mainstream, attivano così il nostro centro della memoria donandoci un senso di déjà -vu, di intimo smarrimento.
Riccardo Bellelli (Carpi, 1999) lavora tra Carpi (MO) e Bologna.
Attualmente frequenta il corso di Pittura – Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Luca Campestri (Firenze 1999) italo-tedesco, trasferitosi in giovane età ai piedi dell’Appennino tosco-romagnolo, si stabilisce poi nel 2018 a Bologna, dove completa gli studi, frequentando i corsi di Arte e Ambiente Decorazione e Arti Visive Pittura presso l’Accademia di Belle Arti, dove attualmente vive e lavora.
In entrambi gli artisti si può incontrare una poetica del residuo: le cose che restano dal calore di un ricordo d’infanzia e si salvano dall’erosione della memoria.
Le creature di Riccardo Bellelli sono il risultato di disgregazioni materiche, scarti della desertificazione della realtà.
Sono ironici ‘ready-made’, oggetti non amati che sembrano essersi aggregati spontaneamente, rifiutandosi perciò di deteriorarsi e scomparire. I lavori fotografici di Luca Campestri, invece, nascono da interpolazioni.
La visione notturna e lo spettrogramma alterano l’immagine provocando una perdita semantica, come il tempo che lentamente sbiadisce i nostri ricordi.
Finestre sull’intimità del mondo animale, le immagini diventano dunque fantasmi, sub-presenze, sulla soglia tra cose che non sono ancora ma i cui effetti precedono la loro messa in atto.