Sub finis Terrae propone le riflessioni sul rapporto uomo-natura di due artisti geograficamente molto lontani, l’italiano Andrea Botto e il giapponese Naoya Hatakeyama
SUB FINIS TERRAE Andrea Botto – Naoya Hatakeyama – Mostra Bergamo
BERGAMO – Galleria Cartacea Via San Tomaso 25
Dal 27/05 al 24/09/2023
Galleria Cartacea nasce nel 2023 in concomitanza con il riconoscimento di Bergamo e Brescia Capitali italiane della Cultura 2023.
Con la prima mostra inaugurata il 27 gennaio 2023 Galleria Cartacea arriva dalla sede principale di Cartacea Gallery nata a Londra dall’entusiasmo e dalla passione per l’arte fotografica dei due soci fondatori, Enrico Abrate e Marco Citron, che dal 2017 hanno focalizzato il proprio interesse verso la fotografia vintage e fine art di artisti storicizzati, con particolare attenzione a quelli italiani.
L’attenzione per uno dei temi più caldi che sta vivendo oggi l’umanità, il cambiamento climatico e il rapporto uomo natura è al centro del progetto espositivo inaugurato il 26 maggio 2023 con la mostra “Sub Finis Terrae” che mette in dialogo l’artista visivo italiano Andrea Botto e le stampe cromogeniche vintage del progetto “Lime Hills” (1986-1991) di Naoya Hatakeyama, considerato oggi uno dei più importanti fotografi giapponesi contemporanei.
Nato a Iwate Prefecture nel 1958 Naoya Hatakeyama si è fatto conoscere per un lavoro che esplora l’intervento umano con il paesaggio e i materiali naturali, compresa la vita delle città e l’ambiente costruito.
E’ il pensiero che egli sviluppa in Lime Hills, lavoro che interpreta le cave e le città come immagini negative e positive di un’unica realtà, pensando anche a correlazioni analogiche con il medium della fotografia.
Le cave mostrano la sottrazione di materia dal corpo della natura, l’atto del togliere che va a delineare altre forme, trasformazioni del paesaggio.
Nato a Rapallo nel 1973 Andrea Botto, è fotografo, artista visivo e docente.
Attento alle contaminazioni con i diversi linguaggi dell’arte contemporanea, usa la fotografia come sezione del mondo, con lo scopo di esprimerne la complessità e metterne a nudo le stratificazioni.
Il tempo, l’immaginario collettivo, così come le continue trasformazioni che segnano l’età presente, sono temi cardini del suo lavoro, che indaga l’instabile equilibrio che governa il paesaggio, attraverso l’estetica della distruzione.
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