SAN VALENTINO in Shakespeare

La storia di San Valentino

SAN VALENTINO  in Shakespeare

Tomorrow is Saint Valentine’s day,
All in the morning betime,
And I a maid at your window,
To be your Valentine.
Then up he rose, and donn’d his clothes,
And dupp’d the chamber-door;
Let in the maid, that out a maid
Never departed more.

Domani è San Valentino,
su tutti di buon mattino
io picchio alla tua finestra
per esser la tua Valentina.
E lui si levò si vestì
e il suo usciolo le aprì,
entrò ragazza e mai più ragazza
da quell’usciolo sortì

Nel 1600  William Shakespeare scriveva una delle tragedie più famose dell’intera storia del Teatro al mondo, l’Amleto, e chi saprebbe riconoscere in queste parole cantate da Ofelia un passo del IV atto di quella grande tragedia?

Questa tradizione della festa di San Valentino, patrono degli innamorati, nasce da molto lontano; formalmente istituita da Papa Genesio I nel 496, venne diffusa dai Monaci Benedettini che furono i primi custodi della Basilica dedicata al Santo a Terni, al cui interno era depositata la salma. Valentino nato a Terni, divenne giovanissimo Vescovo nel 197 d.C. rivolgendo, nel suo lungo ministero, un’attenzione particolare ai giovani e alle famiglie. La tradizione narra che li accoglieva spesso all’interno del suo giardino fiorito, dando a tutti consigli e sostegno. Valentino era poi solito donare una rosa ai giovani fidanzati che si recavano da lui chiedendo una benedizione. Molti sono i fatti narrati che associano Valentino agli innamorati; tra i racconti più diffusi quello del Santo che, passeggiando per la strada, vide due fidanzati litigare, si avvicinò, donò loro una delle sue rose e li invitò a tenerla unita assieme nelle loro mani: i due si riappacificarono giurandosi eterno amore.
Ma la tradizione è legata alla causa del suo martirio. Aveva oltre 90 anni quando, per la fama che già aveva di operare miracoli, fu chiamato a Roma dal filosofo e oratore Cratone per guarire il figlio infermo. A Roma egli predicò il Vangelo convertendo molti pagani, grazie anche alla sua eloquente oratoria. Per questo non era ben visto negli ambienti dell’imperatore Aureliano.   
Ciò che portò alla condanna e poi alla decollazione Valentino il 14 febbraio 273 fu la sua decisione di celebrare un matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, matrimonio che non avrebbe dovuto aver luogo perché lui era pagano. Fu un matrimonio celebrato in gran fretta perché entrambi ammalati. I due morirono tenendosi per mano, proprio mentre Valentino li benediceva alla fine del rito.
Ritornando col pensiero a Shakespeare fu proprio da questa storia di Romeo e Giulietta ante litteram che nasce la tradizione di San Valentino patrono degli innamorati.

Oggi, nel 1746° anniversario del martirio del Patrono, cosa faranno gli innamorati? La tradizione, ancora oggi, vuole che lui, o lei celebrino questa giornata regalando alla persona che amano qualcosa che arrivi a scaldare il cuore. Navigando nel vasto oceano del web mi sono imbattuto in qualcosa di molto interessante: nel sito www.trehuys.com ho scoperto un mondo fatto di oggetti che si avvicinano alla poesia tanto amata nel giorno di San Valentino. I creatori del marchio TREHYUS hanno deciso di associare ai prodotti artigianali di qualità Made in Italy i sentimenti e le emozioni degli aforismi, frasi personalizzate scritte di loro pugno e che a mio parere toccano i cuori. Come leggo nella loro presentazione. “L’immaginazione è vasta, le possibilità sono infinite, i prodotti Trehyus sono un arcobaleno di destinazioni”.
Spesso mi chiedono consigli su cosa regalare a San Valentino: questa potrebbe essere un’ottima soluzione.

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