Uno dei più famosi fotografi viventi presenta le sue interpretazioni della Montagna e delle sue genti.
Steve McCurry. Terre alte.
Fondato nel 1987 come ente funzionale della Provincia autonoma di Trento, il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto opera in tre luoghi distinti:
- a Rovereto la sede principale del museo, un ampio complesso architettonico inaugurato nel 2002 su progetto di Mario Botta e Giulio Andreolli,
- sempre a Rovereto la Casa d’Arte Futurista Depero,
- a Trento la Galleria Civica, entrata a far parte del Mart nell’ottobre del 2013.
Da un’idea di Vittorio Sgarbi, presidente del Mart, e Gabriele Accornero dal 19 giugno la sede di Trento di palazzo delle Albere ospita la mostra Steve McCurry. Terre alte a cura di Biba Giacchetti e Denis Isaia.
Si tratta di un progetto inedito di uno dei fotografi contemporanei più famosi e amati.
Dedicata alle terre e alle genti di montagna, la mostra è un viaggio tra le altitudini del mondo.
L’Afghanistan, il Tibet, la Mongolia, il Giappone, il Brasile, la Birmania e poi le Filippine, il Marocco, lo Yemen narrano le simbiosi tra popoli, animali e paesaggi secondo l’inconfondibile cifra espressiva di McCurry.
In un percorso su due piani, 130 scatti descrivono il suo instancabile desiderio di esplorare, scoprire e raccontare il mondo. Come in tutta l’opera di McCurry, le fotografie in mostra omaggiano l’esistenza in oscillazione tra il pericolo e la risorsa, denunciando i soprusi umani e ambientali che affliggono il pianeta.
L’esposizione è arricchita dalla Icons Room, una stanza nella quale si ripercorre sinteticamente la carriera di Steve McCurry attraverso undici fra le più note opere fotografiche.
Tra queste il celebre ritratto della “ragazza afgana” dallo sguardo magnetico, realizzata nel 1984 considerata oggi una delle più famose e profonde immagini che l’apparecchio fotografico abbia mai saputo cogliere.