La Biennale di Venezia ha la capacità di stimolare un numero incredibile di eventi collaterali che si diffondono in ogni angolo della città lagunare.
NARRATIVES RELAZIONI Giovanna Silva
La Biennale di Venezia non ha solo la capacità di attirare un vasto pubblico di appassionati da ogni parte del mondo ma riesce anche a stimolare un numero incredibile di eventi collaterali che si diffondono in ogni angolo della città lagunare.
Dal 9 luglio al 22 agosto l’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa, in occasione della 17ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presenta negli spazi di Palazzetto Tito la mostra Narratives/Relazioni di Giovanna Silva.
Nata a Milano nel 1980, Giovanna Silva è una fotografa che si è fatta conoscere anche per la sua attività editoriale e oggi è al centro del circuito dell’Art4 a Milano.
Fondatrice di Humboldt Books, casa editrice specializzata in narrazioni ed esperienze di viaggio che dà vita a progetti editoriali interdisciplinari incrociando geografia e letteratura, fotografia e arte.
La mostra presenta una selezione di immagini realizzate in oltre dieci anni di ricerca sul paesaggio dei paesi in guerra.
Il territorio viene indagato attraverso le architetture, a volte compromesse fino alla dissoluzione fisica, altre volte ingombranti manifestazioni del potere delle dittature della storia recente.
Situazioni eterogenee, luoghi, edifici e genti sono frammenti della narrazione di Silva, tasselli sparsi del puzzle della storia.
Nella mostra di Venezia vengono proposti, insieme con le fotografie, alcuni libri pubblicati da Humboldt Books, relativi a viaggi e una selezione di mappamondi.
Le foto in mostra presentano Aleppo prima dello scoppio della guerra civile in Siria, e poi altri viaggi di Silva a Bagdad, Tripoli e Misurata.
Gli interni dei palazzi di Mu’ammar Gheddafi e di Saddam Hussein, segnati dal tempo e dalla guerra, sono memoria delle devastazioni della storia recente.
In un tetro ufficio, all’interno del museo archeologico di Bagdad, si staglia una scultura neoclassica, priva di testa.
Laureata in architettura senza aver mai praticato, Silva rivolge la sua attenzione all’architettura come metodo per raccontare i sogni e le aspirazioni di un paese, le paure e le debolezze, in una mostra coerente con la contemporanea presenza in Venezia della Biennale Architettura.