I corpi, con tutte le possibili deformazioni prodotte da comportamenti, malattie o disperazione sono i veri protagonisti del lavoro fotografico di Miron Zownir.
MIRON ZOWNIR Zeitwirdknapp | Non c’è più tempo
È in corso al Centro internazionale di fotografia a Palermo, diretto da Letizia Battaglia, la prima grande retrospettiva italiana del fotografo Miron Zownir dal titolo “zeitwirdknapp | non c’è più tempo”, curata da Gaetano La Rosa e promossa dal Goethe-institut di Palermo diretto da Heidi Sciacchitano.
La retrospettiva copre oltre quarant’anni di esperienze (1977-2019) del grande fotografo tedesco nato a Karlsruhe nel 1953.
Miron Zownir per oltre quarant’anni ha esplorato le comunità più estreme della scena punk tra Londra e Berlino, il mondo gay di New York, il disfacimento sociale e politico della galassia Sovietica per cercare nei corpi i segni del disfacimento.
Le parole del saggio di Marcello Faletra su Miron Zownir hanno la capacità di farci entrare con immediatezza nell’atmosfera che accoglie il visitatore quando entra nel Centro di via paolo Gili a Palermo.
Quasi tutte le foto selezionate in questa retrospettiva parlano di una sola cosa: la passione dei corpi.
Corpi incompiuti, violentati, a volte felici nelle loro derive esistenziali, spesso sradicati dai loro ambienti sociali e gettati nel tumulto degli accidenti.
Corpi che esistono al limite della prova della vita.
Sono corpi senza più tempo, o fuori dai cardini del tempo come recita il titolo della retrospettiva.
A volte sono corpi incerti, convertiti in performance sessuali estreme, cioè nella soglia che separa il certo dall’incerto.
E’utile che il visitatore sia preparato, entrando, ad uno spettacolo radicale e di forte impressione emotiva.