La Fundação Bienal de São Paulo è una vivace istituzione che concepisce e realizza iniziative artistiche, educative e sociali.
34ª Bienal de São Paulo “Faz escuro mas eu canto”
La Fundação Bienal de São Paulo è una vivace istituzione che concepisce e realizza iniziative artistiche, educative e sociali.
Oltre a produrre la Bienal de São Paulo, evento che anima il mondo dell’arte ogni due anni, svolge attività tutto l’anno in un padiglione emblematico dell’architettura modernista brasiliana, all’interno e all’esterno del Brasile.
La Biennale di San Paolo 2021 è giunta alla sua 34 edizione, avendo iniziato la sua attività nel 1951 e quest’anno ha titolo: Faz escuro mas eu canto.
Concepita come una polifonia di voci e visioni basata sulla produzione artistica contemporanea, questa edizione vuole rivendicare il diritto alla complessità e all’opacità, sia nelle espressioni dell’arte e della cultura, sia nelle identità stesse dei soggetti e dei gruppi sociali.
Il titolo della 34^ Biennale, Faz escuro mas eu canto, è un verso del poeta amazzonico Thiago de Mello, pubblicato nel 1965.
Attraverso questo verso, riconosciamo l’urgenza dei problemi che mettono in discussione la vita nel mondo di oggi.
Da quando gli organizzatori hanno trovato questo verso, il tono che circonda la gente del Brasile si è infittito: dagli incendi in Amazzonia che hanno oscurato la giornata al lutto e alle reclusioni generate dalla pandemia, oltre alle crisi politiche, sociali, ambientali ed economiche che erano in corso e ora stanno approfondendo.
In questi mesi di lavoro, circondati da crolli di ogni genere, i curatori si sono chiesti più e più volte quali forme d’arte e di presenza nel mondo siano oggi possibili e necessarie. In tempi bui, quali sono i canti che non possiamo seguire senza ascoltare e senza cantare?
Il punto focale in cui si articoleranno le molteplici situazioni di incontro tra le opere d’arte e il pubblico che compongono il progetto sarà la mostra collettiva che occuperà l’intero Padiglione della Biennale.
Curata da Jacopo Crivelli Visconti, Paulo Miyada, Carla Zaccagnini, Francesco Stocchi e Ruth Estévez, la mostra riconosce l’urgenza dei problemi che sfidano il mondo di oggi, rivendicando la necessità dell’arte come campo di incontro, resistenza, rottura e trasformazione.
Il punto di partenza del progetto curatoriale per la 34a Bienal de São Paulo, originariamente previsto per il 2020, è stato il desiderio di espandere la mostra nel tempo e nello spazio, estendendone la durata su diversi mesi e ampliando la sua presenza degli artisti partecipanti attraverso una partnership senza precedenti con più di venti istituzioni della città.
I drammatici eventi dell’ultimo anno hanno portato cambiamenti nella coreografia inizialmente immaginata e il rinvio al 2021 della grande mostra collettiva.
Ma tutto questo ha anche rafforzato l’attualità di una mostra in continua trasformazione e sintonia, che cerca di riflettere pubblicamente su sé stessa, come in un grande prova aperta.
Questa, al Padiglione della Biennale, raggiunge il suo momento di massima intensità.
Le opere di oltre novanta artisti, molte delle quali commissionate appositamente per la mostra, si articolano lungo il percorso espositivo attorno a una serie di affermazioni: immagini, oggetti, documenti carichi di storie suggestive e complesse.